L’ammasso Albero di Natale, la nebulosa Cono e la nebulosa Pelliccia di Volpe – NGC 2264

Il complesso dell’Albero di Natale nella costellazione dell’Unicorno è a mio avviso uno degli oggetti più belli del cielo invernale. Si tratta di una vasta area Ha che fa parte del complesso di Barnard 33, e rispetto a esso è collocato immediatamente a ovest, nei pressi della famosa Nebulosa Rosetta. Al pari della nebulosa Velo, è uno dei bersagli che ho sempre sognato di fotografare, anche se a differenza di quest’ultima, l’Albero di Natale mi transita in una zona del cielo che mi ha fatto prendere in seria considerazione l’ipotesi di attaccarmi alla motosega e tirare giù una magnolia di una decina di metri che ho in giardino.

Problematiche di acquisizione a parte, questa nebulosa è risultata particolarmente gratificante da fotografare, in quanto presenta tutta una serie di formazioni nebulari differenti quanto a conformazione e scala dei dettagli, come si vede bene dalla luminanza dell’immagine qui sotto.

Per l’elaborazione, come faccio spesso sulle nebulose, mi sono affidato alla tecnica delle tone maps, originariamente inventata dall’astrofotografo finlandese J.P. Metsavainio.

Si parte dalla creazione delle tre tone maps per i canali Ha, OIII e SII. Il primo passo è rimuovere le stelle, quindi si applica una fortissima riduzione del rumore dal momento che i dettagli saranno contenuti nella luminanza che inseriremo alla fine e quindi le tone maps ci servono solo per “colorare” l’immagine finale.

Le tone maps vanno quindi rese non lineari, e qui casca l’asino perchè il canale più debole sarà inevitabilmente rumoroso e quindi ecco il motivo della riduzione del rumore potente potente che abbiamo applicato prima.

Il risultato ottenuto per i singoli canali delle tone maps è questo

A questo punto siamo pronti per creare la nostra bella crominanza: PixInsight mette a disposizione diversi strumenti per questo, ma io mi affido a pixelmath che mi consente di gestire il “peso” dei vari canali tramite una serie di fattori moltiplicativi che posso modificare a piacimento.

In questo caso, i colori che avevo in mente erano un azzurro ghiaccio nelle zone OIII, il giallo nelle zone SII e il rosso natalizio in tutto il resto dell’immagine, inondata di Ha.

Ovviamente come sempre poi le intenzioni si scontrano con la realtà, e quindi un “blend” matematico dei canali così come babbo li aveva fatti, portava a un’immagine praticamente tutta rossa, a causa della potenza del segnale Ha.

Girando in internet mi sono però imbattuto in una interessante espressione di PixelMath, che rende di fatto “dinamico” il blending. In pratica, partendo dal presupposto che ogni canale dell’immagine RGB finale sarà composto da un po’ di Ha, SII e OIII, si parte dall’immagine più debole e si usa per riscalare le altre in proporzione. In questo caso, ad esempio per il canale G, sarebbe come dire “Dove l’OIII è forte, metti l’OIII e riscala l’Ha, dove l’Ha è forte metti l’Ha e un po’ di SII).

Probabilmente la faccenda è più facile da vedere a schermo che da immaginare, quindi vi lascio il link al sito di chi ha inventato questo sistema che a me piace tantissimo.

The Coldest Night – Dynamic Blending in PixInsight

L’ultimo passo prima di passare ai ritocchi “cosmetici” è stato quello di aggiungere la luminanza, a cui per la verità ho fatto molto poco se non esaltare un pochino i contrasti e applicare uno stretch non lineare.

Come accade sempre però con le immagini in banda stretta, il risultato ottenuto dal blending è ben lontano dal risultato finale che vogliamo ottenere: quindi, con una serie di ritocchi di saturazione, contrasto e HUE shift, ho cercato di arrivare alla colorazione che avevo in mente.

Ultimamente vanno di moda le immagini di nebulose senza stelle, ma questo è un albero di Natale e le palline ci vogliono: quindi ho raccolto un po’ di dati in RGB per ottenere il colore più naturale possibile delle stelle. La cosa richiede veramente poco tempo, e lo farò per ogni futura immagine a banda stretta. Di fatti, ho ripreso solo circa 5 min per canale RGB. Dopo la combinazione dei tre canali, ho immediatamente stretchato l’immagine e estratto le stelle con Starnet, senza curarmi di rimuovere i gradienti o ridurre il rumore.

Per reinserire le stelle, ho usato due maschere, una per quelle di dimensioni maggiori (che ho usato anche per saturarle e renderle belle colorate) e una per quelle piccole. In questo modo ho potuto controllare esattamente quante stelle reinserire, e di che dimensione. In pratica, per non avere stelle ovunque che rubano la scena alla nebulosa, invece che erodere le stelle più piccole direttamente dall’immagine mi sono limitato a escluderle dalla maschera, così da non reinserirle.

Come ultimo tocco, una cornice grigia che esalta i colori di questa meravigliosa nebulose e la stacca dalle tinte piatte del desktop. Spero vi piaccia, credo che sia la singola immagine con cui mi sono divertito di più in assoluto. I dati erano di ottima qualità e la nuova ASI 1600MM si è dimostrata una bomba anche in banda stretta.

Dettagli di acquisizione:

ASI 1600MM su Astroprofesisonal 80/448, filtri Optolong Ha (7nm), OIII (6.5 nm), SII (6.5 nm) da 31 mm

Pose:

61X360s Ha

101X360s OIII

33X480s SII

Acquisizione con NINA, Postprocessing con PixInsight.

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