Bolla. Di caldo africano…..

Foto di copertina di Roberto Dori, post produzione di Paolo Dori

Dopo essersi ripresi dalle fatiche estive, il gruppo è tornato a divertirsi a Passo Croce facendo un po’ di foto. Cominciando dall’uscita della Lipu in concomitanza delle Perseidi, passando per la serata G-Astronomica alla Canonica di Pruno e concludendo con la serata osservativa dell’orto giardino della Lumaca a Pietrasanta, dove per l’appunto è nata l’idea di andare su il giorno dopo (tanto la macchina era già carica), non bastava… dovevamo partire e andare su a fare foto. 

Presumendo che il recente novilunio avrebbe favorito anche altri astrofili, mi sorge il dubbio di trovare affollamento al passo e così già dalla mattina del 25 agosto comincio il giro delle telefonate. 

Ciao, sei su stasera? Si Paolino, stasera siamo su! E ti pare che allora non ci si prepari per una seratina da trascorrere in allegria? Panini, birre, caffè e rum, forse c’è posto anche per un po’ d’acqua.

Arriviamo su abbastanza presto io e Roberto P. ma, ahimè, troviamo il posto consueto già occupato: Rossano si era piazzato con il 10″, Geppi invece si era messo sopra la marginetta con il fedele Takakashi. C’è un nuovo amico, Cristian, alle prese con la camera di guida e filettature withworth che proprio non vogliono essere digerite ma… come sempre, il buon vecchio nastro isolante risolve una marea di problemi. 

Mi piazzo di fronte alla marginetta al riparo da venti e lupi, mentre Roberto si piazza di fronte a me. Pronto il bilanciamento, è l’ora di cena. Ci uniamo al tavolo di Rossano, pagnotta e birra alla mano discutiamo delle varie attrezzature. Nel frattempo arriva Roberto D. che, innamorato dei trails, si piazza sul colletto antistante la marginetta (dove è stata scattata la foto sopra) e poi si fionda ad aiutare Cristian con PHD guiding. Una Mercedes bianca parcheggiata lì accanto era un po’ una rogna, ma tollerabile. 

Meno tollerabili erano le macchine che passavano di continuo, giovani coppie alla ricerca di un posto per appartarsi, ma… col traffico che c’era quella sera la privacy sarà sicuramente andata a farsi friggere. 

Piacevole incontro con il Guardiaparco Fabio Viviani insieme ad una biologa che erano andati a cercare di richiamare i lupi verso Fociomboli, ma avvistamenti non ce ne sono stati. In compenso c’è stata qualche preghiera (chiamiamola così) di spengere i fari perchè gli otturatori delle fotocamere erano aperti, le sessioni fotografiche erano ormai partite.

Divertentissimo Roberto P. dopo la scoperta di un gruppo di nane rosse quasi all’orizzonte, ve le faremo vedere quando vi unirete al gruppo e verrete al passo a fare foto insieme a noi, purtroppo non si possono fotografare. 

Arrivano quasi le 3 di notte, siamo stanchi dopo la sessione fotografica ma, anche stavolta abbiamo portato a casa un piccolo risultato che ancora mancava in galleria, la Bubble Nebula o NGC 7635, anche se in realtà abbiamo dato un po’ di importanza anche alla Helix Nebula o NGC 7293, ma stanchezza e perdita della stella guida hanno giocato a sfavore e allora abbiamo deciso di farla in altra occasione. Per l’immagine completa e relativi dettagli cliccate sulla foto o andate sulla galleria. Cieli oscuri.

NGC 7635 Bubble Nebula

Quarti. Di Luna e di Vino

Con molta sorpresa, vengo chiamato dall’organizzazione della degustazione della Cantina Cosimo Maria Masini di San Miniato e mi sento chiedere di partecipare con il gruppo alla manifestazione. Conscio del fatto che le edizioni precedenti erano state seguite dal gruppo di Montelupo, chiamo la Maura, grande ricercatrice di sassi nel cielo, la quale mi conferma che loro non possono partecipare e mi da la sua benedizione per l’edizione di quest’anno. Mi fa molto piacere che abbiano parecchie visite all’osservatorio, mi riprometto di andarli a trovare e portare qualcosa da bere. Arrivare e vedere il nostro logo sul manifesto è una grande emozione, per essere un gruppo nato da poco per noi questa cosa significa parecchio. 

Giunti sul posto cominciamo a montare le attrezzature, anche se in lontananza vedo qualcosa che mi preoccupa un po’. Iniziamo io, Anna Maria e Roberto a scegliere il posto e nel frattempo arriva Marco, al secolo Carroz, che piazza il suo Mak vicino a noi. Il montaggio prosegue… un vento caldo che viene dalla valle ci fa sudare un po’, ma non ce ne curiamo e continuiamo senza interruzione a piazzare l’attrezzatura. Il termometro della macchina segna 34 gradi in movimento… 

La cosa preoccupante è un grosso fronte nuvoloso che arriva dal mare e che via via vedo ingrossarsi. Lo ignoriamo e continuiamo a piazzare. Nel frattempo arrivano Simone, Anna e Maurizio. Siamo al completo.

Roberto, Marco, Anna e Simone sul campo

Lo scenario è dei più belli, una tenuta meravigliosa di cui occupiamo parte del giardino. Siamo fieri di trovarci in una location del genere. Alla fine tutto è pronto, aspettiamo soltanto la Polare per effettuare l’allineamento delle montature e nel frattempo suona la tromba del rancio. Mangiamo in piedi, pronti per tornare ognuno alla propria postazione, non prima di aver gustato una bottiglia dell’ottimo Chianti prodotto da Cosimo Maria Masini. Ok… un’ultima occhiata alle attrezzature. Tutto è pronto, mancano solo gli invitati…

Marco che guarda incuriosito il mio RC8, sullo sfondo il monte Serra ed un bellissimo tramonto

Un’ultima occhiata prima del crepuscolo e poi l’attività ha inizio. L’atmosfera è quella giusta: persone interessate, che ascoltano, che chiedono, che imparano le nozioni basilari del cielo estivo e che restano meravigliate di fronte alla maestosità di Giove e di Saturno, della Luna che, con il suo primo quarto, offre una visione stupenda dei suoi rilievi, dei mari e dei crateri e, verso il tramonto della luna inizia lo spettacolo dei fulmini sulle Apuane e sull’Appennino. Galassie, nebulose e qualche meteora hanno contribuito ad abbellire la serata. Ringraziando ancora il TCI, la tenuta Masini, l’organizzazione dell’evento ed il gruppo di Montelupo che ci ha gentilmente concesso un piccolo spazio, siamo felici della buona riuscita della serata e… chissà, magari l’anno prossimo raddoppiare i telescopi insieme a Maura e ai suoi ragazzi, sarebbe veramente bello. Ci aggiorniamo l’11 agosto per la LIPU di Massaciuccoli, occasione ghiotta da non perdere. A presto e cieli sereni.

Una rinfrescata ogni tanto ci vuole…

Ci risiamo… io, Rossano e Geppi. Stavolta c’è anche Anna Maria. 21 aprile, ore 19 siamo già tutti su al passo e stiamo montando. Una spessa coltre di nubi mi fa esitare per un po’, ma mentre gli altri avevano già montato, io ci penso ancora, mentre ne approfitto per mangiare qualcosa. C’è vento… le nubi cominciano  a diradarsi… anche se poco fiducioso, tiro fuori tutta la cavetteria e collego tutta l’apparecchiatura. E’ la prima volta che provo sul campo la configurazione in parallelo dell’ottantino e dell’rc8. 

Si comincia ad intravedere la Polare, quindi comincio l’allineamento del telescopio. Non è stata una cosa facile riuscire a bilanciarlo, vista la differenza di pesi dei telescopi, ma alla fine, con molta pazienza, riesco nell’intento e comincio la ripresa. 

Il soggetto designato è M81, la Galassia di Bode. Comincio a notare una certa velatura sul tetto della macchina, ma non gli do troppa importanza, mi accerto comunque che il primario non risenta di quella guazza che c’è nell’aria. Eppure non dovrebbe essere così…. visto il vento, che avrebbe dovuto spazzare via l’umidità… visto però il freddo che comincia a diventare pungente decido di provare il dithering invece di fare i dark… il vento si intensifica e mi rifugio nella marginetta del passo. Anna è in macchina che si ripara dal freddo, mentre con Rox e Geppi cerchiamo di scaldarci con un po’ di rum.

A mezzanotte e mezzo circa mi rendo conto che c’è qualcosa di bianco sul computer e sul telescopio. Non sento più le estremità, il freddo c’è e si vede, il bianco sull’attrezzatura è ghiaccio… decido quindi di sospendere l’attività fotografica, non prima di aver effettuato una serie di flat, e poi comincio a smontare. Il risultato non è dei più eccelsi, ma è sicuramente già qualcosa…. il risultato naturalmente va in galleria.

Galassia di Bode

Adesso non resta che riprovare, integrando maggiormente ed aumentando il tempo di posa. Ma la configurazione funziona e, anche se il gelo ci ha messo in fuga, la prossima puntata riprovo a riprenderla di nuovo. Alla prossima!

 

 

 

 

 

Col sole che c’è… ci vuole un Sombrero (e perchè no, anche un sigaro….)

Venerdì 31 marzo, come d’accordo ci si trova al passo con Rossano. Con la macchina ancora carica da martedì notte riparto alla volta di Passo Croce. La serata non promette bene ma decidiamo di tentare ugualmente. Oltre a Rossano so che devono presenziare anche i due Paoli di Lucca, gli ex proprietari della mia montatura. Loro vengono col binocolo.

Sono il primo ad arrivare e visto che chi arriva primo ben alloggia mi ciuccio subito il mio posto, di fronte alla marginetta, utile per ripararsi dal vento e dal freddo qualora ce ne sia bisogno. Bene, alle 19,15 sono pronto per cominciare e mi ci schiocco sopra il panozzo amorevolmente preparato dalla moglie, insieme alla prima birrozza. 

Mentre mangio arriva Rossano ed anche lui comincia subito ad attrezzarsi, è determinato e stasera vuole trovare la cometa. Io invece intendo ritentare un tot di scatti alla Sombrero (m104) ma il seeing è nemico, c’è turbolenza, scie chimiche, ed è già rispuntata anche la luna che, nonostante sia solo un falcetto, illumina già parecchio mettendo a rischio la qualità delle foto. 

Comincio a fare il plate solving ma stavolta ho usato la barlow con il tele di guida, voglio vedere se riesco ad essere più preciso. Del resto con una focale così lunga guidare non è assolutamente facile, le correzioni sono paurose. Punto il soggetto, rifaccio un solving veloce, sono di pochi gradi distante da M104. Correggo il tiro, centro perfetto, eccola lì, adesso sei nel mezzo e ti porto a casa. Provo a fare un primo scatto da 360 secondi ad 800 iso ma niente da fare, la guida con la barlow mi crea problemi. Molti, troppi problemi. Mi girano enormemente i satelliti, strappo via la barlow dal tele di guida, rimetto la cam, rifaccio il fuoco e ricomincio a guidare. Via, sessione partita. Eccola lì, nel pieno della sua bellezza. 

La luna c’è ancora, l’inquinamento luminoso di Lucca mi da parecchio fastidio ma ho montato il filtro e decido di continuare. Le nubi stanno salendo, così come la tensione. Nel frattempo sento una filza di bestemmie da paura… A Rossano non funziona la guida ma imperterrito continua a provare. Niente da fare, non ce la fa. I Paoli decidono di lasciarci e Rossano, senza guida, si dedica alla ricerca della cometa. Imposta le coordinate a mano sulla pulsantiera, il telescopio gira fra Mizar e il Drago… Scatta la fotocamera ed eccola lì, sfuggente e misteriosa ma la 41P è immortalata. 

Nel frattempo osservo ancora le nubi salire, è uno scenario che ha del fantastico, le luci della Versilia perse nelle nubi che amplificano quell’arancione fastidioso e deleterio per gli astrofili.

Dopo aver fatto 17 scatti a M104, mentre Rossano continua a fotografare la cometa, decido di cambiare soggetto. Spulciando su Stellarium mi capita l’occhio sulla quantità di galassie che si trovano nell’Orsa maggiore e punto a caso. Bodes, o M81. Non sono perfettamente allineato, ma faccio uno scatto di prova. E casualmente mi trovo in mezzo allo schermo la Galassia Sigaro, M82. Decido di tentarla ma già dal primo scatto il piccolo inverter si mette ad urlare, la batteria si sta miseramente scaricando. Riesco giusto giusto a fare 5 scatti ed i flat, fortunatamente non ho dovuto fare i dark perchè ho usato la tecnica del dithering, ma sono già soddisfatto, si vede benino ma devo integrare di più. Bene… intanto le immagini della serata di venerdì sono al sicuro in galleria, mentre il prossimo appuntamento è per continuare la Galassia Sigaro… 

Gli strani rigiri delle montature…..

Bene…. dopo aver ceduto il buon RC6 ed aver preso un RC8 Carbon realizzo che sia la guida sia la montatura sono inadatte per tale oggetto. Urge correre ai ripari. Fra me, Simone e Roberto stavamo valutando quale fosse l’alternativa valida per tutto il setup fotografico e, quasi per miracolo, il 25 marzo appare su Astrosell a Lucca una EQ6 Pro con un casino di accessori: niente coppie di ingranaggi ma trazione a cinghia, doppia piastra Vixen-Losmandy, barra contrappesi Geoptik…. e si trova a Lucca. Sono combattuto fra quella e una nEQ6 Pro a parità di prezzo ma a Finale Ligure. La scelta ricade quasi subito su quella a Lucca… ed ecco che RING, mi chiama Rossano, un caro amico speleologo, che mi dice che quella montatura lì era sua, mi elenca tutte le modifiche ecc ecc… soltanto di modifiche c’è un valore di patrimonio. Opto per questa e me l’aggiudico. Corro a prendermela e me la porto a casa, non prima di aver fatto una bella chiacchierata con i due Paoli, gli ex proprietari della montatura (con cui poi mi ritroverò lo scorso venerdì a passo croce, vedi articolo successivo). Il sabato me la porto subito dietro per l’osservazione a La Canonica di Pruno ma, come ben sappiamo, 

la maledizione della prima luce colpisce sempre ogni qualvolta si cambia il setup. Piove, governo ladro. Va bene ugualmente, la serata riesce bene con l’ausilio di proiettore, schermo e planetario. Il giorno dopo (sole abbestia, tanto per ironizzare un po’) scatto diverse foto alla mia hEQ5 e la metto in vendita su Astrosell. Nemmeno mezza giornata e subito c’è chi conclude la trattativa. E guardacaso è speleologo anche lui, il mitico Carroz. Bene, mi fa piacere che ci sia stato questo scambio internos di montature. Ma la cosa che mi colpisce è il fatto che da sottoterra siamo finiti allo spazio. Qualcuno me la sa spiegare questa?

Resto d’accordo con Rossano di andare al passo martedì sera. Arriva martedì, macchina stracarica dal lunedì, cielo eccezionale, seeing fantasticamente ottimo, luna zero. Serata perfetta.

Sarà che la stiamo aspettando da un tot, questa serata, la cometa 41P ci prende per il naso e con una focale così lunga non vuole farsi trovare. Al grido di “IO TI TROVERO’!” parto da casa, turbina calda e a regime, panino, birre, rhum…. sigari. Manca nulla? no. L’entusiasmo è sempre il solito, ogni volta che si va a fare foto è si una fatica, si torna a casa semiaddormentati ma alla fine il divertimento e la passione, soprattutto quelli, ci sono. Senza quelli si farebbe ben poco, ma il fatto di avere finalmente un’attrezzatura degna di chiamarsi tale da ancora più soddisfazione e voglia di fare.

L’emozione di aver visto un capriolo attraversarmi la strada a passo lento, fermandosi a guardarmi per qualche secondo è impagabile. 

Arrivo su alle 19 spaccate, trovo su il Geppi che ha già montato il Takashi 106 mentre aspetto Rossano. Faccio la conoscenza di Geppi, parcheggio e comincio a scaricare ed a montare.

Lascio acclimatare le attrezzature varie e mentre ci scappa un rhum scelgo il soggetto della serata. La cometa? no, M104, galassia sombrero nella costellazione della Vergine.

 

 

Comincio a fare il solving (si, lo ammetto, sono diventato pigro) e trovato il soggetto comincio a scattare… non mi pace, non mi piace. La guida si fa gli affari suoi. Eppure sto guidando con il telescopio di Nicola, perchè non guida bene? Le stelle sembrano palle da rugby, eppure va tutto bene, la proporzione c’è… la montatura è in bolla, l’allineamento polare è stato effettuato alla perfezione.  Non ho proprio idea. Lascio perdere e decidiamo di rivederci il venerdì successivo (31/03)….