Pillole di Astronomia

Dopo l’ultimo corso interrotto purtroppo dalla pandemia non c’è stato modo di effettuare corsi di Astronomia in presenza, tutto veniva effettuato online. Eccoci finalmente quindi dopo qualche tempo con un nuovo corso in presenza.

Pillole… ma perchè pillole? Perchè questa volta il corso è a numero chiuso, più mirato verso la pratica che la teoria, anche se quella ovviamente non mancherà. Sarà possibile capire come muovere un telescopio, quale tipo scegliere, come riprendere immagini del profondo cielo, insomma un vero e proprio laboratorio dove si toccherà con mano gli strumenti, si potranno apprendere diverse possibilità di utilizzo e quant’altro sia possibile fare con un telescopio amatoriale.

Ma non solo questo, si potrà fare la conoscenza del cielo, delle costellazioni del periodo, dei fenomeni ricorrenti, le cose più appassionanti della volta celeste.

Il corso è aperto a tutti, soprattutto ai principianti e alle persone che intendono arricchire la loro cultura su un argomento che ha tantissime cose da svelare

L’iscrizione al corso è molto semplice, basta fare richiesta tramite email all’indirizzo info@astroversilia.it e sarete ricontattati in brevissimo tempo. Il corso è parte del progetto “Costruiamo l’Osservatorio Versilia”, che diventerà un centro di studio e ricerca ed ospiterà il nostro nuovo telescopio f:6 con ottica Zen da 30 centimetri.

Al termine del corso verrà organizzata un’osservazione collettiva con gli strumenti del gruppo e si metterà in pratica quanto appreso durante le lezioni del corso.

Vi aspettiamo e… cieli sereni

AstroVersilia

Qualche tempo fa, in un noto locale Versiliese ci siamo trovati, abbiamo parlato di fronte ad una birra ed abbiamo creato un gruppo di appassionati astrofili

Il nostro è un gruppo libero il cui scopo è quello di accomunare le persone che condividono la nostra passione: l’Astronomia. Ci piace fotografare, divulgare, giocare ma soprattutto ci piace conoscere le meraviglie del cielo notturno.

Se la pensi come noi e ti piace condividere la tua esperienza, aiutandoci a progredire sei il benvenuto.

Un caro saluto,

Lo Staff di AstroVersilia

Automatizzare un setup astrofotografico – inizia l’avventura al Deep Lab di Manciano! (parte I)

Da circa quattro anni a questa parte, il mio setup astrofotografico risiede stabilmente in un piccolo osservatorio autocostruito, situato nel mio giardino. La struttura, poco più grande di una cuccia per cani con il tetto apribile a libro, mi ha consentito di approfittare di ogni singola ora di cielo sereno per dedicarmi all’astrofotografia deep sky.

Di recente, tuttavia, un cambiamento di necessità ci ha portato a dover cambiare residenza: per qualche tempo quindi dovrò smantellare il mio piccolo osservatorio in attesa di poterlo ricostruire nel giardino della nuova casa. Così mi sono messo a cercare una casa temporanea per il mio fidato setup. Chiedendo un po’ in giro mi sono accorto di come l’hosting di setup privati, in Italia, sia un po’ a livello del paleolitico: là dove, all’estero, troviamo strutture fiorenti che ospitano decine e decine di strumenti controllati in remoto, da noi troviamo…. nulla.

Ma, in mezzo a tutto questo nulla, ho scovato una stella immersa nel buio cielo della Maremma: il Deep Lab di Manciano.

Dopo una breve occhiata ai vari profili social, e alla pagina di Astrobin del gruppo, mi sono deciso a inviare una mail di richiesta informazioni. Non passano dieci minuti che ricevo una cordiale risposta da Giorgio, l’amministratore, che mi lascia il suo numero e mi invita ad una chiacchierata telefonica conoscitiva. Cosa che è avvenuta ben otto minuti dopo. Ormai ero talmente rapito dall’idea di poter fare astrofotografia da un cielo con sqm medio di 21.5 (un Bortle 2-3 per capirsi) che in men che non si dica mi ritrovo con un opzione su una postazione in un osservatorio condiviso, che ospiterà quattro setup e che sarà operativo entro la prossima estate.

Parlando brevemente della struttura, c’è da dire che i ragazzi del Deep Lab sono veramente dei pionieri: il complesso infatti è nato con l’idea di ospitare i loro setup privati da controllare in remoto; poi si sono accorti che la cosa aveva le potenzialità per diventare un business ed hanno ideato gli osservatori condivisi, da affittare annualmente. Il tutto è stato inserito in un bell’agriturismo, con tanto di camere da letto, ristorante e animali al pascolo, per accontentare anche mogli e figli al seguito. Cosa che ha pesato non poco a favore del “SI “.

Avere un setup operante a due ore e mezzo di macchina da casa è però un’impresa non da poco: tutto dovrà infatti essere gestito elettronicamente via PC, non potendo, di fatto, operare fisicamente sull’hardware. Inoltre sarà necessario un “rodaggio” approfondito, in modo da poter identificare eventuali problemi che possono verificarsi, e trovare il sistema di evitarli/gestirli.

Quello che scriverò in queste pagine non è assolutamente da considerarsi un “tutorial”, non avendo di fatto esperienza riguardo all’astrofotografia remota, ma piuttosto una sorta di “blocco note” sul quale butterò giù le mie considerazioni, l’esperienza che maturerò e il problem solving, nella speranza che possa servire a qualcuno. Il tutto sarà aggiornato costantemente, via via che quest’avventura procederà.

Il setup: considerazioni generali e requisiti

Un setup da gestire in remoto deve integrare necessariamente tutte quelle componenti necessarie a compiere, via PC, tutte le azioni che siamo abituati a eseguire manualmente durante una sessione di ripresa: dall’apertura dei tappi delle ottiche, alla ricerca della posizione Home della montatura, fino all’acquisizione dei flats e dei darks di calibrazione.

In linea generale un setup remoto è costituito dalle seguenti componenti:

  • Elettronica dell’osservatorio: In questo caso fornita da Deep Lab, consiste in: Switch di accensione/spegnimento setup, azionabile via WIFI; sistema di apertura/chiusura del tetto; stazione meteo; all-sky camera; webcam per visionare in tempo reale il setup.
  • Computer di controllo setup: Si può usare un normale laptop (da utilizzare chiuso), un mini-pc oppure un PC specificatamente progettato per l’astrofotografia. Per il collegamento delle periferiche sarà necessario aggiungere un HUB USB 3.0 alimentato, possibilmente che consenta, via software, di resettare singolarmente le varie porte USB ( funzione molto utile in caso di problemi ad una periferica). Cosa fondamentale è l’opzione di poter avviare il computer quando si attiva la corrente dallo switch wifi.
  • Hub di alimentazione delle periferiche: consiste in una centralina di distribuzione del 12v, da installare nei pressi del PC, e a cui collegare le varie periferiche: montatura, focheggiatore, camera, flat box ecc. Anche in questo caso, il top è utilizzate un hub con prese gestibili via software in modo da poter alimentare/disalimentare singolarmente le varie utenze.
  • Ottica: riguardo all’ottica non vi sono particolari requisiti, si può usare quello che si vuole. Dovrà però avere un focheggiatore di qualità: si sconsigliano i Crayford, che devono essere serrati tramite una vite in modo che il peso del treno di ripresa non li faccia slittare; questa configurazione risente molto della dilatazione termica e pertanto non è adatta a operare in remoto.
  • Focheggiatore elettronico: indispensabile.
  • Rotatore di campo: facoltativo se si lavora con focali corte e/o con sensori di grandi dimensioni. Diventa invece indispensabile sulle lunghe focali con guida fuori asse, per ricercare una stella di guida.
  • Camera di acquisizione: Da preferire le camere monocromatiche. Infatti in remoto anche una camera a colori dovrà essere dotata di ruota per filtri, caricata con un filtro LPS per le riprese in banda larga, un filtro multi-banda passante per le riprese in banda stretta ed un filtro nero, costituito anche banalmente da un cartoncino opaco: ci servirà per riprendere dark frames e bias. Con questa premessa si capisce bene come sia più conveniente, oltre che più performante, utilizzare una camera mono.
  • Sistema di guida: può essere costituito da un ottica separata munita di camera di guida, oppure da una guida fuori asse, a seconda della focale impiegata. Nel primo caso, da evitare come la peste i piccoli telescopi: un ottica di guida deve essere progettata come tale, e essere munita di focheggiatore elicoidale con sistema di blocco. I focheggiatori tradizionali infatti possono slittare portando fuori fuoco la camera di guida. Altra cosa da evitare sono gli anelli decentrabili tipo cercatore. Oltre a essere la causa principale delle flessioni differenziali, con l’escursione termica le viti possono allentarsi con ovvi risvolti. Tutto sommato, quindi, se si ha dimestichezza con le guide fuori asse queste rappresentano la scelta ideale un po’ per tutte le focali.
  • Tappo automatico/flat box automatica: ha la doppia funzione di proteggere le ottiche quando chiuso, fungendo da tappo motorizzato, e permetterci di acquisire i flats. L’interno del tappo è infatti costituito da un pannello led dimmerabile e controllato via USB.
  • Gestione delle fasce anti condensa: ogni lente o specchio dovrà avere la sua fascia anti condensa. E dovranno essere gestite da un modulo ambientale in grado di rilevare temperatura, pressione e umidità dell’aria. Non saremo presenti sul posto, e pertanto ci mancherà la nostra percezione.
  • Montatura: ho lasciato componente per ultimo perchè sarà il cuore di tutto il setup, e perchè è quello più discusso sui vari forum specifici. Se si guardano video di osservatori remotizzati, cade l’occhio sul fatto che la maggior parte delle montature sono di tipo estremamente avanzato (e costoso): Paramount, Astrophysics, Planewave, l’italiana 10micron e chi più ne ha…più ne spenda. Oltre a guidare con precisioni inferiori a 0.10″, queste montature hanno una caratteristica comune: gli encoders assoluti sugli assi. In pratica sanno sempre esattamente dove sono rivolte. In questo modo la montatura non perde mai la posizione di Home, e sa sempre dove sono i limiti impostati (ad es per non far urtare la camera nel treppiedi, o per non far strappare i cablaggi). Caratteristica alquanto utile se, ammettiamo, salta la corrente all’osservatorio, o se il PC crasha e la montatura continua a guidare oltre il meridiano: a quel punto interviene l’elettronica interna, guidata dagli encoders, e blocca tutto. Alla sessione successiva la montatura riacquisirà la sua posizione di Home e sarà pronta per la sessione in pochi istanti. Un oggetto del genere ha però un costo elevato: si parla di circa diecimila euro per una montatura con carico utile paragonabile a quello di una EQ6. Negli ultimissimi anni, tuttavia, si sono affacciate sul mercato montature prodotte in serie che integrano, sugli assi, dei sensori in grado di rilevarne la posizione con precisione sufficiente a garantire l’operatività in sicurezza delle stesse. Questa funzione si chiama Auto Home e è presente sulle Ioptron dalla CEM 70 in su, sulla EQ8R e sulla CQ350 di Skywatcher, fra le altre. Pur non guidando con la precisione di una montatura con encoders, queste valide alternative “economiche” svolgono egregiamente il loro compito, e permettono di caricare svariate decine di kg di strumenti. Esistono infine rimedi “caserecci”, da applicare alle montature più comuni, per ovviare all’eventuale perdita della posizione Home dovuta a un blackout. Si spazia da micro switch, al controllo tramite webcam dell’allineamento della montatura, a riferimenti disegnati sulla stessa che permettano l’allineamento ecc. Se si opta per queste soluzioni tuttavia c’è sempre da vigilare sul setup mentre opera, perchè il danno può essere da grave a gravissimo in caso di collisioni col treppiedi.

Questi sono i componenti essenziali per riuscire nell’impresa. C’è da dire, a mio vantaggio, che a causa dei miei impegni e della mia quotidianità, con due bambini molto piccoli, ho iniziato già da diverso tempo il processo di automazione della mia attrezzatura: a oggi, infatti, nelle serate limpide le uniche operazioni “manuali” che compio sono l’apertura del tetto della specola, e l’allaccio alla corrente. Quando serve, pongo la flat box sull’ottica. Per il resto gestisco tutto da PC o tablet, mi preparo le sequenze in NINA e mi limito a premere il tasto di avvio: alla mattina, salvo problemi, mi ritrovo la montatura parcheggiata, la camera spenta e i subframes già sull’ hard disk del mio pc di casa. Quindi una buona parte del lavoro è già svolta. Ad ogni modo, una cosa è operare in remoto da trenta metri, che sai che se c’è un problema esci, anche in pigiama, e qualcosa ti inventi. Tutt’altra storia è farlo da 300 km, sapendo che un errore su una sequenza può portare a un mezzo disastro. Il setup che porterò al Deep Lab dovrà quindi essere preparato nel mio attuale osservatorio, e testato a fondo in tutte le sue funzioni e con tutti gli angoli di utilizzo.

In questa prima parte ho cercato di mettere nero su bianco quelli che saranno i requisiti del mio futuro setup. Nella prossima parte, che scriverò quando avrò le idee un po’ più chiare soprattutto sulla scelta della montatura, inizierò a fare una “check list” di quello che ho e di quello che occorrerà.

Cielo del mese, Marzo 2024

E’ in rete la rubrica del cielo di marzo, ecco la sintesi degli eventi principali :

Cielo_di_Marzo_2024

Come protagonista del mese suggerirei Mercurio … ma andiamo con ordine.

Termina la stagione invernale:

#SOLE

L’EQUINOZIO DI PRIMAVERA sarà il 20 marzo alle ore 04 e 06 minuti.

Da segnalare un piuttosto modesto ma significativo evento lunare:

#LUNA

25 MARZO – ECLISSE DI PENOMBRA DI LUNA

L’eclisse è visibile in Italia ma solo per pochi minuti con la Luna al tramonto, al termine della notte tra il 24 e il 25 marzo, quando il cielo inizia a schiarirsi alla luce dell’alba. Si potrà provare a notare un lieve oscuramento del disco lunare.  La Luna entra nella penombra alle ore 05:53.

La visibilità dei pianeti :

#PIANETI

Il “pianeta del mese” è senza dubbio Mercurio.  in genere non è facile osservare questo pianeta, sempre vicino al Sole e basso sull’orizzonte. Non bisogna quindi perdere questa occasione per osservarlo in condizioni particolarmente favorevoli rispetto al consueto per individuare Mercurio dopo il tramonto del Sole! La massima elongazione serale viene raggiunta il giorno 24 , con una distanza angolare di 18° 42’ dal Sole. La migliore visibilità serale per l’anno 2024 si avrà il 25 marzo quando il pianeta tramonta un’ora e 39 minuti dopo il Sole.

Giove è ancora visibile dopo il tramonto del Sole, sull’orizzonte ad Ovest, ma l’intervallo di osservabilità si riduce sempre più ed ormai limitato alle prime ore della sera.

Marte, Venere e Saturno invece compaiono sull’orizzonte orientale al mattino presto, tra le luci dell’alba.

I pianeti e la Luna come di consueto sono protagonisti di varie congiunzioni :

#CONGIUNZIONI

Ritorna la ISS – Stazione Spaziale Internazionale:

#OSSERVARE_LA_STAZIONE_SPAZIALE

Potremo osservarla in diversi luminosi passaggi serali sul territorio italiano, a partire dal 14 marzo.

Le costellazioni tra inverno e primavera:

#COSTELLAZIONI

Il cielo è ancora dominato dalle più note costellazioni invernali, ma nelle prime ore della notte nel cielo orientale fanno la loro apparizione le grandi costellazioni zodiacali del Leone e della Vergine. Il cielo meridionale, al di sotto della fascia zodiacale, è invece povero di stelle brillanti: con l’aiuto di una mappa….

#CARTE_DEL_CIELO

….si possono riconoscere le costellazioni dell’Unicorno, dell’Idra e, vicino alla Vergine, il Cratere.

E ora attendiamo il cielo sereno, dopo un bel po’ di pioggia (prima troppo poca, ora troppa!).

Buone osservazioni e … Cieli sereni !

Fonte: Commissione Divulgazione Unione Astrofili Italiani

Cielo del Mese, Febbraio 2024

Ecco la consueta sintesi di quanto possiamo osservare sulla volta celeste in questo periodo :

Cielo_di_Febbraio_2024

Per quanto riguarda i pianeti visibili ad occhio nudo, Venere e Marte sono osservabili al mattino presto, mentre Giove e Saturno sono ancora protagonisti del cielo della sera:

#PIANETI

Saturno però giunge al termine del suo lungo periodo di osservabilità serale. Anticipando sempre più il suo tramonto, raggiunge, il giorno 28 , la congiunzione con il Sole.

 Il pianeta rimane inosservabile per alcune settimane e in seguito ricomparirà al mattino, tra le luci dell’alba.

Come ogni mese potremo osservare diverse interessanti congiunzioni tra la Luna e i pianeti:

Luna – Venere la mattina del 7 febbraio

Luna  –  Marte l’8 febbraio

Luna – Saturno la sera dell’11

Luna – Giove il 15.

Ma la congiunzione più interessante è quella tra due pianeti :

#CONGIUNZIONI

Venere e Marte si incontrano tra le luci dell’alba al mattino del 22 febbraio:

possiamo osservare i due astri sull’orizzonte orientale a Sud-Est nella costellazione del Capricorno.

All’inizio del mese possiamo osservare gli ultimi transiti in orario serale della Stazione Spaziale Internazionale:

#OSSERVARE_LA_STAZIONE_SPAZIALE

Ricordiamo che in questo periodo la Stazione Spaziale suscita curiosità e merita la nostra attenzione perché tra i membri dell’equipaggio c’è l’italiano Walter Villadei.

Le costellazioni del periodo:

#COSTELLAZIONI

Il cielo è ancora dominato dalle grandi costellazioni invernali:

#CARTE_DEL_CIELO

Buone Osservazioni e Cieli sereni

Fonte: Commissione Divulgazione Unione Astrofili Italiani