Le Pleiadi – M45 – dal cielo di Forte dei Marmi

L’ammasso aperto delle Pleiadi è probabilmente l’unico oggetto del profondo cielo facilmente visibile ad occhio nudo. Da un cielo suburbano inquinato come quello di casa mia (Bortle 6), nelle nottate senza Luna è possibile riuscire a risolvere dalle 4 alle 6 stelle. Quello che però nessun cielo può farci vedere ad occhio nudo sono le magnifiche nebulose a riflessione che circondano le “sette sorelle”, e le ancor più magnifiche nebulose oscure che velano l’intera costellazione del Toro.

L’ammasso delle Pleiadi è composto da circa 1000 membri, per la maggior parte stelle giovani e molto calde da poco entrate nella sequenza principale e attorno alle quali si suppone che siano in formazione diversi sistemi planetari. Attualmente l’ammasso delle Pleiadi sta transitando all’interno di una zona densa di mezzo interstellare: quest’ultimo, illuminato dalla luce delle stelle che compongono l’ammasso, crea i meravigliosi veli che costituiscono la nebulosità a riflessione.

Riprendere un oggetto come questo da un cielo cittadino è un po’ un atto di masochismo. L’inquinamento luminoso e i gradienti da esso causati rendono quasi impossibile catturare le nebulose oscure, mentre per definire le nebulose a riflessione sono necessarie ore e ore di integrazione. Un risultato come quello in foto, da un cielo buio è ottenibile con una-due ore di esposizione, mentre a me sono servite due notti! Però si sa, se fosse facile non sarebbe divertente. E così approfittando della Luna nuova di Novembre ho dedicato poco più di 10 ore all’acquisizione di dati LRGB attraverso filtri Optolong da 31mm non montati. Come camera di ripresa ho usato la ASI 1600 MM che ho da poco acquistato. Per ottimizzare il tempo di buio ho usato un pattern di ripresa LL->LLRRGGBB–>. In pratica ho suddiviso l’esposizione in “loop” e per ognuno ho ripreso 4 immagini di luminanza da 100s e 2 immagini per ogni filtro RGB da 120s. Per venire a capo del rumore fisso della ASI, per ogni ciclo eseguivo due dither così da non aver mai più di due pose identiche. L’intera fase di ripresa è stata gestita dal favoloso programma N.I.N.A.

Per il postprocessing ho usato esclusivamente PixInsight. Dopo aver calibrato le immagini con rispettivi dark e flats, ho estratto i gradienti (ebbene si, anche un po’ di nebulose oscure, ma di quello me ne sono accorto tardi) e quindi ho composto la crominanza combinando i tre filtri R,G e B. Per la luminanza ho applicato una buona deconvoluzione (merito delle pose corte che hanno restituito stelle puntiformi senza problemi di guida). A quel punto sono passato allo stretch e alla combinazione LRGB. Come ultime correzioni, un po’ di riduzione del rumore (che per la verità era poco, a causa del raffreddamento della camera e dei molti frames combinati) e ho saturato a piacere. A questo punto sono emerse le nebulose oscure! Ho cercato di salvare il salvabile, ma un po’ di queste se ne erano andate assieme ai gradienti. Pazienza…rielaborerò i dati in un prossimo futuro.

Dettagli di acquisizione: Astroprofessional 80ED e ASI 1600MM-P. Filtri Optolong 31mm LRGB.

RGB: 56 X 120s per ogni filtro

LUM: 183 X 100s.

Cieli sereni

Leonardo

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